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  "Il viaggio, abbandono e meta" 29-30 settembre e 1 ottobre 2006


July 27, 2006

Il viaggio, i protagonisti dell'evento



La Scuola di Agopuntura tradizionale della città di Firenze e il Centro Studi discipline orientali presentano:
La compagnia del tao
IL VIAGGIO abbandono e meta
29-30 settembre, 1 ottobre 2006
Villa Castelletti, Signa, Firenze

I PROTAGONISTI DELL'EVENTO:
- FRANCO CRACOLICI, medico e agopuntore, direttore e titolare della Scuola di Agopuntura Tradizionale della città di Firenze, promotore e ideatore di questa iniziativa.
- GIANGIORGIO PASQUALOTTO, professore di storia della filosofia all'università di Padova.
- CARLO LAURENTI, sinologo, scrittore ed esperto in storia della letteratura e del pensiero cinese.
- FABIO PIANIGIANI, musicista, compositore, coordinatore nel dialogo interreligioso e docente dell’Università di Siena.
- MARCO MONTAGNANI, maestro taoista, medico e insegnante di Qi gong, Presidente del Centro Studi Discipline Orientali di Vinci.
- TIZIANO LERA, architetto esperto in feng shui.
- ALBERTO LOMUSCIO, medico e docente della Scuola di Agopuntura di Milano.
- ALESSANDRO MELUZZI, medico, psichiatra, psicologo e psicoterapeuta. Docente di Genetica del comportamento umano presso l’Università degli Studi di Siena. Docente del Corso Integrato di Salute Mentale all’Università di Torino, corso di Laurea in Infermieristica. Direttore scientifico della Scuola Superiore di Umanizzazione della Medicina della Regione Piemonte.
- MARA AMOREVOLI, giornalista de "La Repubblica"
- LUCA NOCENTINI, terapeuta.
- MARCO FERRINI Ph.D. Psycology (Fondatore e Presidente del Centro Studi Bhactivedanta e del Dipartimento Accademico delle Scienze Tradizionali dell’India).
- GILBERTO GORI Medico agopuntore Medicina Tradizionale Cinese.
- DONATELLA ROSSI Prof. per contratto di Religioni e filosofie dell'asia., dipartimento di Studi Orientali, Università “La Sapienza”, Roma
- MARINO ROSSO Ricercatore confermato, Dipartimento di Filosofia, Università degli Studi di Firenze.
- ENRICO CHELI Sociologo, psicologo e docente Università degli Studi di Siena
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  "Il viaggio, abbandono e meta" 29-30 settembre e 1 ottobre 2006


June 09, 2006

Il Mestiere della Musica


Il Mondo è Suono: comunicare con la musica.
Che cosa accomuna la musica occidentale (classica, rock, folk, jazz etc.) ai cori di Tuva (Mongolia) o all’arpista Bretone Alan Stivell, i ritmi delle percussioni Africane alle invocazioni dei monaci Tibetani?
Per i puristi probabilmente niente, molto invece per chi è conscio di vivere in un mondo che si avvia sempre più ad essere “Villaggio Globale” dove la comunicazione e le crescenti immigrazioni stanno cancellando i confini tra i popoli.
La scelta è grande ed è per questa ragione che deve essere orientata verso la consapevole contaminazione o la progettualità di incontro di linguaggi diversi senza pero’ amputare, nei limiti del possibile, l’approccio con le diverse culture musicali.
Le generazioni future vivranno in una società multietnica, con grandi stimoli ma anche con un grande pericolo: la paura del diverso. Purtroppo la storia, con le sue tragedie, cicliche al punto di divenir quasi monotone, ci ha insegnato a che cosa porta l’ignoranza verso le altre culture. Qui tutti noi abbiamo una grande responsabilità: educare i giovani alla convivenza, guidandoli lungo un percorso culturale che permetta loro di confrontarsi con esperienze lontane e aiutandoli, senza far loro perdere l’identità di appartenenza (eccesso opposto), a capire e a convivere in questa nuova società interculturale.
Come scrive Fritjof Capra ”L’universo non può piu’ essere visto come un sistema meccanico composto da blocchi elementari ma come una complessa rete di relazioni interdipendenti“.
Viviamo immersi nel suono, nella forma caotica del rumore o in quella organizzata della parola e della musica; le nostre orecchie funzionano prima che nasciamo, il che significa che prima di percepire il mondo con gli altri sensi, noi udiamo. Prima di venire alla luce in questo mondo – e per tutta la nostra vita, anche quando nell’ora della nostra dipartita, tutti i sensi ci abbandonano uno ad uno - l’udito è l’ultimo.
Non possiamo mai interrompere questa funzione cioè chiudere le orecchie. Il suono e' parte integrante e basilare del comunicare e uno dei compiti principali di chi opera in questo settore(musicisti, produttori, insegnanti, operatori culturali etc.) e' quello di incoraggiare a divenire più astuti consumatori e produttori della musica... (Fabio Pianigiani)
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  "Il viaggio, abbandono e meta" 29-30 settembre e 1 ottobre 2006


April 24, 2006

Sky Garden, il giardino sul tetto

"Sono arrivato ai giardini pensili partendo dall’automobile - scrive Maurizio Corrado - Appartengo a quella schiera di persone che prova un profondo fastidio quando vede la propria libertà di movimento frenata da motivi che non condivide e ho sempre pensato che combattere l’inquinamento dell’aria limitando il traffico automobilistico dei singoli sia come combattere un incendio con un paio di bicchieri d’acqua. Ci vuole ben altro. Ma che cosa?
Chiunque dotato di logica riesce a comprendere che anche se in un determinato luogo non circolano autoveicoli, per esempio nel centro della città, ma circolano fuori, il livello di inquinamento dell’aria rimane inalterato per il semplice motivo che l’aria si muove, è banale, ma è così. Allo stesso modo, è evidente che se eliminiamo il traffico per un giorno, quel giorno avremo meno scarichi dannosi, ma il giorno seguente saremo esattamente al punto di prima, solo con una serie di persone più imbufalite. Tutto ciò fingendo di dimenticare che la percentuale più alta dell’inquinamento dell’aria non è data dal traffico, ma dagli scarichi degli impianti di riscaldamento e dalle industrie. E’ evidente che la logica delle amministrazioni segue altri percorsi. Allora, che fare?
Quale può essere un sistema valido, efficace, sperimentato, duraturo, che si possa inserire bene nelle logiche di una amministrazione in grado di risolvere gli infiniti problemi di qualità dell’aria nelle città alla radice, in modo permanente e sicuro?
Sembra impossibile ma la risposta c’è, e per giunta sperimentata e sicura. Il principio è semplice e logico, esiste un elemento che per sua natura, trasforma l’aria inquinata in aria sana e respirabile: sono le piante. Più aumentano le piante più diminuisce l’inquinamento. E non è un palliativo, ma un effetto duraturo e permanente. Ma come facciamo ad aumentare la quantità di piante nelle nostre città, dove ogni minimo spazio deve essere sfruttato al massimo, deve rendere, deve essere abitabile? Non possiamo certo fare giardini dove ci sono case e uffici. Dove sono nelle nostre città degli spazi inutilizzati da trasformare in giardino? In sostanza, dove possiamo metter piante in modo da non creare fastidi, da non rubare spazio e magari avendo delle convenienze economiche per tutti, abitanti e amministrazioni? Sui tetti. Già, i tetti. Gli unici spazi veramente inutilizzati delle città, in cui non va mai nessuno, immense distese di lastricati deserti, roventi d’estate e ghiacciati d’inverno. Spazi aperti a disposizione di tutti e utilizzati da nessuno, ai quali nessuno pensa. Quando ho cominciato ad occuparmene, qualche anno fa, ho avuto sempre le stesse reazioni: sguardi imbarazzati e sorrisi che cercavano inutilmente di nascondere la convinzione di avere a che fare con un matto o, al meglio, con un idealista. Analoghe reazioni mi sono state riportate da operatori con decine d’anni di esperienza. Gli amministratori invece pare siano ossessionati dall’idea di fare una prova, di vedere con i propi occhi se funziona. A nulla vale il dato concreto delle centinaia di giardini pensili ormai presenti su tutto il territorio nazionale, perfettamente funzionanti e attivi. A nulla valgono gli oltre quaranta anni di esperienza maturati in Germania e le decisioni di amministrazioni certamente non avventate come quelle di Tokio, Chicago, Toronto, e delle altre città che già stanno usando i giardini pensili come arma efficace contro l’inquinamento. No, qui si preferisce rimanere 'con i piedi per terra' e dare la colpa dell’inquinamento a chi pretende di muoversi liberamente in motorino. Sono convinto che, almeno ogni tanto, valga la pena di alzare gli occhi e guardare in alto".
Maurizio Corrado è, tra l'altro, autore di "Sky Garden, il giardino sul tetto".
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April 23, 2006

Cibo, veicolo di energie vibrazionali

ACCENNI DI DIETETICA CINESE (3)
In questo libro si parla principalmente dell’incompatibilità tra i vari alimenti, ponendo una grande attenzione a quali cibi non devono essere assunti in contemporanea durante lo stesso pasto, come ad esempio i cachi con i granchi oppure l’aglio cinese con il manzo.
Anche il “Trattato sulle malattie febbrili” Shang Han Lun, nel quale presenta tutta una serie di applicazioni della dietoterapia mirate a malattie causate da fattori patogeni esterni e’ molto importante nella dietoterapia cinese.
La prima ricetta di questo libro è “Il decotto di rametti di cannella”, utilizzato nelle malattie causate dal freddo, la quale ricetta prevede oltre alla cannella, anche le radici di peonia bianca, le giuggiole, lo zenzero fresco e le radici di liquirizia.
È consigliabile assumere questo decotto insieme a del semolino di riso caldo, il quale favorisce sia l’energia dello stomaco, sia la circolazione del sangue e del Qi, che provocano nel paziente una leggera sudorazione, che aiuta ad espellere i fattori patogeni, aumentando l’efficacia del trattamento.
Un’altra ricetta degna di nota è quella relativa alla minestra di radici di angelica con zenzero e montone, utile come ottimo ricostituente e spesso prescritto alle donne che hanno appena partorito.
Anche durante la dinastia Sui (581-618) e Tang(618-907) si produssero dei validi contributi scritti, legati alla dietetica, tra questi non va certo dimenticato il famoso Bei Ji Qian Jin Yao Fang, ”Mille rimedi d’oro per i casi di emergenza” scritto dal medico Sun Simiao( 581-673) di cui abbiamo già parlato a proposito dei tredici demoni, il quale sottolinea nella sua opera, l’importanza della dietetica nel curare le malattie e cita alcune prescrizioni usate tutt’oggi dai medici tradizionalisti, come ad esempio l’utilizzo di un impasto di fegato di vari animali (maiale, agnello e bue) per curare alcune problematiche di vista (specialmente la difficoltà alla visione crepuscolare) oppure il famoso sargasso utile nei casi di linfadenite e infine i fagioli angolari associati ai semi di lacrima di Giobbe e alle cariossidi di grano, utilizzati per combattere il Beri-Beri.
Sempre durante la dinastia Tang, il medico Zan Yin scrisse un’importante opera intitolata Shi Yi Xin Jian “L’essenza della dietetica”, suddivisa in tredici sezioni ben specifiche, nel quale testo egli affronta principalmente le malattie ginecologiche e pediatriche, consigliando per ciascuna di esse alimenti e ricette specifiche.
All’incirca nello stesso periodo, un allievo di Sun Simiao, Meng Shen scrisse il Shi Liao Ben Cao “Le erbe per la dietetica” di cui una parte è conservata presso il British Museum, il cui testo è suddiviso in ben tre volumi e tratta duecentoquarantuno alimenti terapeutici, elencando anche i famosi cibi proibiti.
In cui per esempio, si cita il granchio e i crostacei come cibi proibiti nei casi di asma, in quanto secondo la medicina tradizionale cinese, queste sostanze sono considerate controindicate nei casi di allergia e di asma, perchè favoriscono l’accumulo del vento, causa principale di queste patologie.
Cosi’ come l’uso di alcool nei casi di apoplessia, in quanto essendo quest’ultimo, di natura calda favorisce la comparsa di calore nel sangue predisponendo il soggetto a emorragie.
Anche Chao Yuanfang parla di controindicazioni alimentari,nella sua opera Zhu Bing Yuan Hou Lun ”Trattato generale di eziologia e semeiotica,della malattia”, facendo riferimento ai cibi che producono calore nello stomaco e che quindi sono da evitare nei periodi postfebbrili.
Chao Yuanfang avverte di non usare i seguenti cibi, subito dopo una malattia, essi sono: la carne di maiale, gli intestini, il pesce, gli alimenti oleosi, le aringhe arrostite, le giuggiole e la frutta candita, in quanto alimenti difficili da digerire per uno stomaco debole.
Nel periodo in cui regnava la dinastia Song (960-1279), la dietetica rappresentava un elemento cardine della medicina tradizionale cinese, tanto che la Corte imperiale produsse tre importanti opere a riguardo... (continua)
Marco Montagnani
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April 20, 2006

La fine e' il mio inizio (Tiziano Terzani)

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Il Mestiere della Musica

Il Mondo è Suono: comunicare con la musica.
Che cosa accomuna la musica occidentale (classica, rock, folk, jazz etc.) ai cori di Tuva (Mongolia), o all’arpista Bretone Alan Stivell, ai ritmi delle percussioni Africane, alle invocazioni dei monaci Tibetani?
Per i puristi, probabilmente niente, molto invece per chi è conscio di vivere in un mondo che si avvia sempre più ad essere "Villaggio Globale" dove la comunicazione e le crescenti immigrazioni stanno cancellando i confini tra popoli.
La scelta è grande ed è per questa ragione che deve essere orientata verso la consapevole contaminazione o la progettualità di incontro di linguaggi diversi senza però amputare, nei limiti del possibile, l’approccio con le diverse culture musicali.
Le generazioni future vivranno in una società multietnica, con grandi stimoli ma anche con un grande pericolo: la paura del diverso. Purtroppo la storia, con le sue tragedie, cicliche al punto di divenir quasi monotone, ci ha insegnato a che cosa porta l’ignoranza verso le altre culture. Qui tutti noi abbiamo una grande responsabilità: educare i giovani alla convivenza, guidandoli lungo un percorso culturale che permetta loro di confrontarsi con esperienze lontane e aiutandoli, senza far loro perdere l’identità di appartenenza (eccesso opposto) a capire e a convivere in questa nuova società interculturale.
Come scrive Fritjof Capra: "L’universo non può piu’ essere visto come un sistema meccanico composto da blocchi elementari ma come una complessa rete di relazioni interdipendenti".
Viviamo immersi nel suono, nella forma caotica del rumore o in quella organizzata della parola e della musica; le nostre orecchie funzionano prima che nasciamo, il che significa che prima di percepire il mondo con gli altri sensi, noi udiamo.
Udiamo prima di venire alla luce in questo mondo e udiamo per tutta la nostra vita, anche quando, nell’ora della nostra dipartita, tutti i sensi ci abbandonano uno ad uno, l’udito è l’ultimo a lasciarci.
Non possiamo mai interrompere questa funzione cioè chiudere le orecchie. Il suono é parte integrante e basilare del comunicare, e uno dei compiti principali di chi opera in questo settore (musicisti, produttori, insegnanti, operatori culturali etc.) è quello di incoraggiare a divenire più astuti consumatori e produttori della musica. (continua)
(Fabio Pianigiani)