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  "Il viaggio, abbandono e meta" 29-30 settembre e 1 ottobre 2006


March 12, 2006

L’arte dell'ascolto (15-16mar/5apr06)

Cosa accomuna la musica occidentale (classica, rock, folk, jazz etc.) ai cori di Tuva (Mongolia) o all’arpista Bretone Alan Stivell, ai ritmi delle percussioni Africane, alle invocazioni dei monaci tibetani e, infine, ci sono tratti comuni tra i canti Gregoriani e le salmodie Vediche?
Per i puristi, probabilmente niente, molto invece per chi è conscio di vivere in un mondo che si avvia sempre più ad essere "Villaggio Globale", dove la comunicazione e le crescenti immigrazioni stanno cancellando i confini tra popoli.
La scelta è grande ed è per questa ragione che deve essere orientata verso la consapevole contaminazione o la progettualità di incontro di linguaggi diversi senza però amputare, nei limiti del possibile, l’approccio con le diverse culture musicali.
Le generazioni future vivranno in una società multietnica, con grandi stimoli ma anche con un grande pericolo: la paura del diverso. Purtroppo la storia, con le sue tragedie, cicliche al punto di divenir quasi monotone, ci ha insegnato a cosa porta l’ignoranza verso le altre culture.
Le istituzioni, le amministrazioni e in generale chi si occupa di cultura hanno una grande responsabilità: educare i giovani alla convivenza, guidandoli lungo un percorso culturale che permetta loro di confrontarsi con esperienze lontane e aiutandoli, senza far loro perdere l’identità di appartenenza (eccesso opposto), a capire e a convivere in questa nuova società interculturale.
Come scrive Fritjof Capra "L’universo non può più essere visto come un sistema meccanico composto da blocchi elementari, ma come una complessa rete di relazioni interdipendenti".
Viviamo immersi nel suono, nella forma caotica del rumore o in quella organizzata della parola e della musica; Le nostre orecchie funzionano prima che nasciamo, il che significa che prima di percepire il mondo con gli altri sensi, noi udiamo. Prima di venire alla luce in questo mondo – e per tutta la nostra vita, anche quando, nell’ora della nostra dipartita, tutti i sensi ci abbandonano uno ad uno- l’udito è l’ultimo.
Continua...
(Fabio Pianigiani)